Il canale degli specialisti online l’unico a crescere con un + 24% rispetto al 2019. Consumi di novembre in forte calo: – 17,2%. Un dazio molto più pesante lo paga ancora una volta il piccolo dettaglio.
Per gli acquisti online è di 151,7 milioni di euro l’ammontare delle vendite nell’online per il Black Friday 2020 con un incremento – nel canale degli specialisti e-commerce – del 24% rispetto al 2019 (+77 milioni di euro). Lo stima l’Ufficio Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza*. L’incremento atteso delle vendite esclusivamente online per le promozioni del Black Friday si innesta su un andamento dei consumi a novembre del tutto negativo: – 17,2% con cali di fatturato per la grande e piccola distribuzione. Ma mentre la grande distribuzione, più attrezzata nelle vendite web, nonostante le chiusure forzate per l’emergenza Covid riesce a contenere le perdite di fatturato rispetto allo scorso anno (-15%), il commercio al dettaglio paga un dazio molto più pesante con una riduzione dei ricavi del 31% in raffronto al 2019 considerando però tutti i settori (quindi anche i negozi aperti come nell’alimentare).
Calo che si trasforma in un vero e proprio tracollo per le attività chiuse come, ad esempio, l’abbigliamento e l’oreficeria. Dalla ricognizione compiuta dall’Ufficio Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza presso le attività al dettaglio, emerge come la quota di ricavi con la vendita a distanza non superi quasi mai, mediamente, la soglia del 20%.
“I negozi chiusi per il secondo lockdown perdono l’opportunità del Black Friday a vantaggio dei giganti del web – commenta Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza – E ciò significa aggravare ulteriormente le perdite di fatturato già subite in questo 2020 drammatico. Diventa quindi fondamentale non solo accelerare i sostegni aumentando gli indennizzi, ma cancellare gli oneri fiscali alle imprese più penalizzate. Ma bisogna fare presto, anche riaprendo i negozi in sicurezza, perché il prezzo che sta pagando il settore del terziario all’emergenza sanitaria sta diventando insopportabile”.